Archivio novembre 2007
La Leggenda del Buon Cibo Italiano
Vi siete mai fermati a leggere con attenzione l’etichetta di una confezione di cibo acquistata al supermercato?
Io lo facevo molto raramente prima di leggere il libro di Paolo Conti.
E’ la sintesi di un’inchiesta durata tre anni, contenente un sacco di informazioni presentate in maniera chiara e scorrevole.
Il libro affronta argomenti che vanno dal potere della grande distribuzione sulla filiera alimentare, all’analisi delle emergenze sanitarie causate dalla sofisticazione del cibo, fino alla contrapposizione tra tecno-cibo ed eco-cibo.
Il tutto tenendo sempre in considerazione la posizione dell’Italia rispetto agli altri paesi: abbiamo un certo vantaggio competitivo nel settore del cibo biologico. 🙂
E’ un vantaggio dovuto più che altro alla lentezza del processo di industrializzazione del settore produttivo alimentare nel nostro Paese, cosa che potremmo sfruttare ora che l’attenzione dei consumatori verso il cibo sano e genuino è in deciso aumento.
Insomma c’è ancora speranza per far sì che la fama del buon cibo italiano rimanga tale negli anni a venire e non diventi davvero una leggenda a causa di tecniche invasive di produzione e conservazione, interessi economici della grande distribuzione e non da ultimo le nostre scelte di acquisto. 😉
LuBeC 2007: ICT e Beni Culturali
Lucca è una città magica: ho già scritto questa frase quando la visitai per la prima volta l’anno scorso durante il Vespatour.
Quest’anno l’occasione di tornare a Lucca è arrivata grazie a Lu.Be.C 2007, l’evento dedicato al binomio ICT e beni culturali organizzato dalla Fondazione Promo P.A. presso il Real Collegio.
Un binomio che però non è ancora esattamente un connubio in Italia: ho avuto l’impressione che i rappresentanti della Pubblica Amministrazione che gestiscono il patrimonio culturale e i privati che offrono i cosiddetti servizi aggiuntivi, troppo spesso parlino linguaggi diversi.
E’ un difetto innato degli ingegneri informatici realizzare cose che solo loro sono in grado di utilizzare, e secondo me questa è la barriera più evidente nel tentativo di dialogo tra le due parti.
Noi ci proviamo con i-muse: la tecnologia, nel nostro caso palmari e Rfid, è solo uno strumento.
Quel che conta è che il servizio offerto sia di qualità e il visitatore lo trovi di valore.
In tal senso ho apprezzato i brillanti interventi di Andrea Granelli, consigliere del Ministro per i beni culturali e di Ilaria D’Uva di D’Uva Workshop.
Chissà se il prossimo anno al Lu.Be.C potremo raccontare di qualche progresso in direzione di questo connubio proprio grazie a i-muse. 😉
Presentazione di i-muse a Villa Olmo
Ieri sera l’emozione è stata grande: abbiamo presentato i-muse nel luogo dove è nata l’idea: a Villa Olmo, durante il 12° matching di innovazione tecnologica organizzato dal Centro Volta.
Nel 2004 infatti visitai una mostra di Mirò, la prima delle grandi mostre organizzate a Villa Olmo, e mentre utilizzavo un’audioguida mi è venuta in mente l’idea di realizzare una guida su palmare.
Successivamente, nel 2005, commissionai agli ingegneri del Centro Volta lo studio di fattibilità del progetto, studio che a sua volta mi condusse alla ricerca delle persone con le quali formare il team.
Questo è il primo post sul blog in cui accennai al progetto, datato 18 marzo 2005.
Allora stava nascendo l’iniziatiza IComo e gli ingegneri del Centro Volta sono diventati sempre più attivi nell’accompagnare le imprese locali lungo il difficile ma stimolante percorso dell’innovazione tecnologica.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, come si dice, e la sorte ha voluto che la presentazione della videoguida sia avvenuta prima al Museo didattico della Seta, poi in Canada, ed ora nel luogo dove è stata concepita l’idea.
Spero che questa strana combinazione sia un buon segno per il futuro. 😉
i-muse su Rfid Italia
Rfid Italia, il portale italiano dedicato alla tecnologia Rfid, ha pubblicato una video intervista su i-muse.
Paolo Conti, direttore di Rfid Italia, è venuto a Como e gli abbiamo fatto provare la video guida al Museo didattico della Seta.
Ha avuto parole di apprezzamento per il sistema, in particolare per il fatto che abbiamo implementato la tecnologia Rfid in maniera del tutto trasparente al visitatore.
Il palmare è infatti dotato di una piccola antenna usata per rilevare i tag Rfid posti sui porta didascalie e il visitatore non deve fare altro che avvicinare il palmare alle icone che nascondono i tag per far partire il contenuto dell’oggetto che sta osservando.
Un metodo di interazione molto semplice che si è rivelato fondamentale per coloro che non hanno molta dimestichezza con la tecnologia in generale, specialmente i cosiddetti couch potato. 😉
Il portale di Rfid Italia ultimamente è molto attivo. Di recente ad esempio si è arricchito dell’iniziativa Rfid Italia Network, indirizzata a fornire servizi di consulenza, matching e marketing alle aziende che operano nel settore.
Buona visione!