Archivio marzo 2014
Design è come funziona. Intervento al POLI.design
Scritto da Albegor in Mobile, Razionalismo Provincia di Como, Software il marzo 28, 2014
Lo diceva Steve Jobs e lo ripetono coloro che riconoscono quanto sia importante costruire applicazioni tanto belle quanto usabili.
Ed è stato il tema del mio intervento come “visiting lecturer” al corso del Prof. Spallazzo Augmented Reality & Mobile Experience presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano.
In genere designer e sviluppatore sono due persone molto differenti, sia in termini di formazione che di gusti personali.
Tali differenze spesso causano ostacoli di comunicazione quando devono lavorare assieme, ad esempio per costruire un’app per dispositivi mobili.
Nella prima parte dell’intervento ho cercato quindi di raccontare quali siano le buone pratiche che dovrebbero seguire le due figure, perché conoscere qualche dettaglio di come lavora l’uno aiuta a comunicare meglio con l’altro.
Nella seconda parte ho mostrato brevemente gli strumenti che usano gli sviluppatori per creare app sulle tre piattaforme principali: iOS di Apple, Android di Google e Windows Phone di Microsoft.
No, non sono fan di nessuno dei tre sistemi operativi! 😉
Come ho detto agli studenti, “da professionista non posso esserlo”, ma sono partito da iOS perché nella mia esperienza è l’ecosistema nel quale design e programmazione sono aspetti storicamente trattati con la stessa importanza.
Trattandosi di un corso con un focus sulla tecnologia applicata ai beni culturali, ho chiuso l’intervento parlando del progetto sul Razionalismo in Provincia di Como.
Chi meglio degli architetti razionalisti applicava con rigore la regola della sezione aurea, ora evidente nel design dell’interfaccia utente di iOS 7 e di Windows Phone?
Un grazie al Prof. Spallazzo per l’invito. Dato l’interesse per la materia, insieme speriamo di poter organizzare prossimamente un corso sul design e lo sviluppo di applicazioni.
Nel frattempo, la presentazione che ho preparato per l’intervento è su SlideShare.
Museums and the Web Firenze 2014
Scritto da Albegor in Mobile, Razionalismo Provincia di Como, Software il marzo 10, 2014
Palazzo Vecchio a Firenze non poteva che essere il luogo più adatto per la prima volta in Italia del convegno internazionale Museums and the Web, organizzato ogni anno negli USA e dedicato al rapporto tra la tecnologia e i luoghi della cultura.
Per me è stata l’occasione per rincontrare “vecchi” colleghi e conoscerne di nuovi.
Sono tre i punti su cui vorrei focalizzare l’attenzione, tra i tanti temi affrontati dai relatori durante i tre giorni del convegno:
- metriche: Robert Stein, direttore del Dallas Museum of Art (500.000 visitatori all’anno), ha condiviso alcune interessanti metriche che ha utilizzato per misurare e valutare le iniziative della sua istituzione. E’ un buona pratica che noi italiani non siamo molto abituati a seguire: misurare i risultati di un progetto e pianificare i passi successivi a seconda di tali dati.
- live-tweeting: è stato sorprendentemente utile durante le presentazioni, dato che mi ha aiutato a focalizzare i punti chiave, specialmente se il relatore non aveva uno stile di presentazione efficace. Bisogna essere allenati per poter ascoltare, sintetizzare e twittare adeguatamente, perciò grazie a BAM! Strategie Culturali, #svegliamuseo, flod republic e agli altri blogger.
- gamification: è un argomento molto in voga, trendy direi, ma va trattato con attenzione secondo me. Come provocazione, vorrei invitare i relatori a non parlare di gamification nelle conferenze sullo storytelling digitale se non hanno nel proprio CV una frase del tipo “Gioco ai videogiochi dall’inizio alla fine”! 😛
Dare “solo un’occhiata” ad un gioco basato sullo storytelling è come ascoltare l’inizio di una storia e non sapere mai come andrà a finire, se capite cosa intendo.
Ho inoltre avuto modo di mostrare il lavoro relativo al progetto Razionalismo in Provincia di Como nell’area di Palazzo Vecchio dedicata alle dimostrazioni.
Qualcuno mi ha detto che gli piaceva perché l’app sembrava più “emotional” rispetto ad altre soluzioni, generava cioè empatia e coinvolgimento.
E se lo dice un esperto francese del settore, in inglese, credo sia un apprezzamento non da poco! 😉