Un titolo del genere scelto per l’intervista a Raffaello Vignali, presidente della Compagnia delle Opere, pubblicato sulla rivista Business People di Novembre ,è emblematico e significa una sola cosa: il progetto di innovazione legato alla Sartoria Orefice di Cernobbio, che ho curato dall’inizio alla fine con la coordinazione del Centro Volta, è diventato un caso di successo! 🙂
Un esempio da seguire per le piccole imprese italiane che sentono tanto parlare di innovazione, vorrebbero partire con questi progetti, ma non sanno che pesci pigliare.
Non risparmio però una critica sulla frase: “Da noi non sarebbero potuti esistere né Hewlett e Packard né Bill Gates, perché in Italia uno se apre un’azienda in un garage arriva l’Asl e la fa chiudere“… un cliché spesso utilizzato per nascondere i veri problemi della nuova imprenditoria legata all’ICT.
L’intervista a Vignali verte infatti sull’analisi delle problematiche che il tessuto imprenditoriale italiano deve affrontare per percorrere la difficile strada dell’innovazione al fine di mantenere la competitività del prodotto Made in Italy in un mercato globalizzato, nonché dei benefici che se ne possono trarre nel momento in cui un progetto di innovazione giunge a buon fine, portando come esempio il “Sarto di Cernobbio“, sebbene nell’articolo il progetto venga descritto in maniera generica e con qualche errore sul funzionamento del sistema.
Funzionamento che è stato invece bene illustrato da Cleto Orefice giovedì mattina quando una troupe della Rai, capeggiata dalla giornalista Sandra Cecchi, si è recata in sartoria per realizzare un servizio per la rubrica Non Solo Soldi del TG2, rubrica che va in onda dal lunedì al venerdì alle 10:30 su Rai Due.
Il servizio televisivo avrà breve durata, ma sarà la prima volta che verrà mostrato pubblicamente il sistema. Da non perdere per capire come una sartoria che lavora nello stesso modo da ben 5 generazioni abbia imparato a usare PC e Internet non solo per semplificare il proprio lavoro, ma anche per aumentare il proprio volume d’affari con prospettive di cui probabilmente non ci si rende ancora conto.
Sebbene sia più ferrato con le texture che con i tessuti ;), ormai potrei quasi dire di essere un “sarto” anch’io se considerate l’analogia del lavoro artigianale di cui ho già scritto sul blog, percui sarà un piacere seguire da vicino gli sviluppi della Sartoria Orefice.