The Hedge of the Infinity


Siepe dell'infinito

Do you remember Giacomo Leopardi’s poem The Infinity: “Ever dear to me was this lonely hill”?

Well, the one in the picture is actually the famous hedge on top of the hill! 🙂

It’s the hedge, “that excludes the greater part of my view of the farthest horizon“, illuminated by the late august sun, with the brick wall partially covering the view towards the Sibillini’s mountains.

Last summer in Recanati, the last stop of my Vespatour around Italy, I had the unexpected chance to climb upon the hill that inspired Leopardi’s masterpiece, something people can do since 2003 thanks to the Centro Nazionale di Studi Leopardiani.

The picture is now on my office desk and it inspires me to look beyond and ask myself what that hedge is hiding, what surprises the future holds.

I even shot what you can see behind the hedge and I’ll upload that picture in the Vespatour’s gallery I’m working on.

Every now and then I shift my eyes from the monitor, get lost in thoughts while staring at the photo and I recall Leopardi’s writings: “and sweet is the shipwreck in such a sea“…

It really helps having a pleasant and comfortable working environment with little things such as this! 😉

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  1. #1 by Anna Maspero on March 1, 2007 - 7:55 am

    Caro Davide, mi mandi via mail la foto della siepe? Anch’io adoro quei versi di Leopardi, un grandissimo viaggiatore dello spirito, uno che “viaggia sempre e non parte mai”, per dirlo con le parole di Andrea Bocconi.
    E’ a Leopardi che penso quando nel mio libro scrivo: “Tutti abbiamo lo stesso cielo, ma l’orizzonte – reale e metaforico – è per ciascuno diverso, sedimentato nei propri geni attraverso la familiarità con i paesaggi che ci hanno visto crescere.
    Il mio non è l’orizzonte a 360° dei marinai. Non è nemmeno quello aspro dei montanari, con alte pareti di roccia a ostacolare lo sguardo e il cammino. Non è quello pianeggiante dei nomadi del deserto, una linea che sembra spostarsi sempre in avanti, dando la sensazione di non arrivare mai. Il mio orizzonte è una linea morbida di boschi e colline, che lascia libero lo sguardo di vagabondare, ma, escludendo «l’ultimo orizzonte», lascia che la mente sogni «interminati spazi al di là di quella».”. Ciao e buona giornata!

  2. #2 by Albegor on March 1, 2007 - 10:20 am

    Ciao Anna, grazie a te per l’apprezzamento.

    Ho aggiunto il tuo blog al mio blogroll e ti ho mandato la foto. 🙂

    Non si può iniziare la giornata con un’immagine migliore di quella, vero? 😉

  3. #3 by Stefano on March 2, 2007 - 9:01 am

    Le vacanze sono belle, ma a lavorare chi ci pensa?

    Produrre, produrre questa e’ la parola!

  4. #4 by Albegor on March 2, 2007 - 10:08 am

    Ste, credo che se il lavoro deve davvero nobilitare l’uomo allora bisogna cercare di farlo perché si fa qualcosa che piace non perché si è costretti a farlo.

    Il “produrre perché si deve” non mi è mai piaciuto… anche perché nel mio caso non ha mai funzionato! 😉

(will not be published)