I brevetti e i diritti di proprietà intellettuale sono stati l’oggetto del seminario organizzato dal centro di ricerca Centro Volta nell’ambito dell’iniziativa IComo: la fabbrica delle idee, un progetto che punta a promuovere l’innovazione tecnologica tra le piccole e medie imprese locali.
Il seminario ha avuto luogo a Villa Olmo, luogo scelto per l’attuale mostra dedicata a Magritte, e si è svolto attraverso una serie di presentazioni da parte di rappresentanti di aziende e di consulenti professionisti coinvolti nella delicata questione della tutela dei diritti di proprietà intellettuale e della valorizzazione dei benefici e del valore aggiunto dei brevetti.
L’attuale tendenza è quella di considerare un brevetto non solo come un buon strumento di protezione legale di una idea aziendale o di un metodo di lavorazione, ma anche come risorsa interna con la quale fare affari, un modo di pensare che gli americani già conoscono molto bene ed utilizzano efficacemente. Testimoni di ciò sono stati i rappresentanti di grosse compagnie quali ABB e Fiat con il proprio CRF (Centro Ricerche Fiat).
Dalla conferenza è emerso chiaramente che valutare la convenienza e l’opportunità di depositare un brevetto è una questione delicata e richiede il supporto di esperti necessari per realizzare una serie di studi e ricerche per poter essere in grado di produrre un brevetto forte, il quale può servire da strumento efficace di tutela, specialmente per le piccole aziende locali che hanno costantemente a che fare col fenomeno della contraffazione di un mercato oramai globalizzato.
Il progetto di innovazione tecnologica nel quale sono attualmente coinvolto, sotto la diretta coordinazione del Centro Volta, sta prendendo in esame queste problematiche e dopo questo seminario sono ancora più convinto dell’opportunità di depositare un brevetto per tutelare il lavoro che stiamo facendo e poi fare affari grazie ad esso, se possibile.
Depositare un brevetto invece di mantenere un segreto industriale all’interno di una azienda ha sia vantaggi che svantaggi. Con un brevetto l’idea viene resa pubblica, ma si rimane tutelati per il numero di anni per i quali si ha intenzione di fare affari con esso. Al contrario, pensate ad esempio alla formula della Coca-Cola. Si dice che non sia stata brevetta e pertanto rimane ancora un segreto industriale.
Il software è una materia ancor più delicata se inserito nelle problematiche della brevettazione, ma questo non è stato oggetto di discussione nel seminario. La Commissione Europea sta ancora dibattendo sui brevetti software e dato che sono considerati un grosso ostacolo all’innovazione, specialmente dai piccoli sviluppatori, vi suggerisco di leggere qualcosa in merito alla campagna NoSoftwarePatents.
Il seminario si è concluso con una presentazione divertente e brillante da parte di un avvocato che ha illustrato ai partecipanti alcuni significativi esempi del modo di lavorare nel nostro Paese rispetto agli Stati Uniti. Sembrano essere pianeti diversi in questa materia specifica, non solo per i numeri coinvolti. 😉